La Valle del Benessere
Articolo a noi dedicato dalla rivista Human Magazine
Cari amici di Human Magazine, quella che vi raccontiamo oggi è la storia di Jesus Balsamà, un ragazzo romano con un sogno nel cassetto divenuto realtà: fin da piccolo affascinato dalla natura e oggi imprenditore agricolo professionale.
All’età di 27 anni, nel 2015, ha acquisito un terreno di 5 ettari che, dopo anni di gratificanti sacrifici, costituisce la sua azienda agricola bio-vegana: “La Valle del Benessere”.
Ci troviamo alle pendici del rinomato Monte Calvo, luogo di grande fascino per la bellezza e l’importanza dei ritrovamenti archeologici risalenti al I secolo d.C., avvenuti nel 1824, i cui reperti abbelliscono le collezioni del Museo Borghese di Roma e del Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen.
Nello specifico l’azienda è situata in Località Montecalvo di Sotto, Osteria Nuova, provincia di Rieti.
Ai piedi di una grande vallata, immersi nel verde, col sottofondo di un delicato canto della natura e durante le soffuse luci del primo mattino, Jesus ci accoglie sorridente e visibilmente entusiasta del nostro arrivo, per condurci in quella che sarà una vera e propria visita guidata di tutta l’azienda.
Fin da subito dalle sue parole traspare quella passione che lo ha portato fin qui.
In anni di studio da autodidatta, decide di improntare il suo lavoro sulle pratiche alternative di agricoltura naturale del maestro Masanobu Fukuoka, botanico e filosofo giapponese, pioniere della c.d. agricoltura naturale.
Ci parla poi delle circostanze che lo hanno portato ad innamorarsi di questo luogo.
Appassionatosi degli ambienti intorno a Monte Calvo si documentò sulla loro storia e grazie alla consultazione di testi archeologici, contenuti nella biblioteca del Museo Carlsberg Glyptotek, che andò a visitare per ammirare personalmente le meravigliose statue ritrovate nella villa romana, durante gli scavi sopra citati, scoprì l’importanza della Sabina come centro culturale storico dell’agricoltura romana antica.
Comincia così a raccontare.
“Fin dai tempi della Roma Antica, in Monte Calvo, luogo di contemplazione e spensieratezza, veniva praticata l’agricoltura. Importantissime sono state le testimonianze relative ai riti di culto agrari legati alla fecondità della terra. È di Marco Terenzio Varrone uno dei primi trattati agronomici (De Re Rustica) di agricoltura pratica ambientato in questi luoghi”.
La missione della sua azienda è quella di promuovere un’alimentazione sana e sostenibile, e definisce la sua filosofia di lavoro “agricoltura spensierata”.
Questo appellativo, da lui coniato, nasce dal “metodo del non fare per fare di più”, il quale racchiude dentro di sé un importante insegnamento: la natura sa già come fare il proprio lavoro e quindi deve essere lasciata il più possibile libera di esprimere tutta la forza, insita nei suoi processi naturali.
Da ciò, come corollario, deriva il secondo aspetto che contraddistingue questo approccio, ossia la spensieratezza che,
afferma Jesus, “è quella dell’agricoltore, che ammira l’operare della natura lasciandosi trasportare da essa, anziché distrarla o indirizzarla per rispondere a prepotenti logiche umane di efficienza: la natura non smette mai di insegnarci e di stupirci per la sua saggezza!”.
E, dopo aver definito il suo approccio alla coltivazione “superbiologico”, gli chiediamo di parlacene meglio.
“Beh, a differenza del biologico convenzionale, nel processo produttivo non utilizziamo né concimi, né trattamenti chimici o fitosanitari come, ad esempio, i composti di rame che, pur essendo ammessi dai regolamenti biologici europei sui fitosanitari, risultano dannosi per l’ecosistema: il rame, infatti, essendo un metallo pesante, oltre ad essere dannoso per la salute umana, se assorbito dal terreno in grandi quantità lo impoverisce di micronutrienti”.
L’ecosostenibilità dell’azienda si riscontra in ogni aspetto, anche nella gestione delle acque reflue, infatti “l’acqua di scarto viene immagazzinata in una vasca Imhoff, una vasca a fito depurazione, per poi essere dispersa nel terreno attraverso un sistema di subirrigazione; quella in eccesso viene invece dirottata in uno stagno adiacente, dove piante e anfibi la ripuliscono, per poi seguire il suo naturale processo di riassorbimento attraverso la falda acquifera. Nell’azienda non vengono impiegati prodotti chimici e tutto ciò che finisce negli scarichi, dai saponi agli sgrassanti, è biodegradabile e autoprodotto”.
Le sue coltivazioni possono essere definite “generazionali”, in quanto raccoglie i semi dai frutti per ripiantarli stagione dopo stagione, così da concentrare tutta la produzione nell’azienda.
“I passaggi produttivi sono ridotti al minimo e i prodotti raccolti sono destinati direttamente al consumatore finale. Infine, utilizziamo solo packaging biodegradabile e compostabile ed effettuiamo la pratica del vuoto a rendere”.
Oltre agli ulivi, ai terreni ortivi e alle piante da frutto, nelle sue coltivazioni sono presenti più di 65 varietà di piante tra aromatiche e medicinali: piante perenni che ogni anno producono infiorescenze, raccolte a mano ed essiccate al sole, per la preparazione di miscele di tisane.
A questo punto la chiacchierata non può che proseguire con la degustazione dei suoi prodotti: composte di frutta, pomodori secchi, olio aromatizzato, tutti trasformati e prodotti nei laboratori dell’azienda e, ovviamente, una deliziosa tisana di cui Jesus mi fa gentilmente scegliere la composizione della fragranza.
La nostra conversazione continua poi a tavola sotto la piacevole penombra d’un pergolato.
Jesus, che ha già realizzato il suo sogno di vivere a contatto con la natura, in un rapporto incentrato sull’equilibrio ed il rispetto, per questo posto ha ancora grandi progetti da realizzare.
Vorrebbe riuscire a creare uno spazio il più aperto possibile per condividerlo con chi, come lui, vuole vivere il benessere che la natura e la terra sanno donarti quando gli dedichi amore.
Ed è fermamente convinto che staccare dalla città e ritrovare il contatto con la natura aiuti a ritrovare quella parte di sé stessi più genuina, a riscoprire la pace interiore, trovando conforto in quelle piccole cose che oggi più che mai diamo per scontate.
Per questo, a conclusione del nostro incontro, oltre a ringraziarlo per la sua ospitalità, gli facciamo i nostri migliori auguri, con la promessa di tornare a trovarlo.
Effettivamente, andando via, si avverte fin da subito una certa nostalgia per quella tranquillità d’animo che, quasi senza accorgersene, ci ha pervasi durante la nostra permanenza in questo luogo, salubre e ristoratore, dove la pace, spesso infranta dall’infernale ritmo dell’odierna vita, è ritrovata e vissuta consapevolmente.
E così, cari amici di Human Magazine, vi diamo appuntamento alla prossima storia.
Testo: Lorenzo Callari
Foto: Filippo Masci – Fotografie
Revisione testo:
Francesca Pomponio e Valentina Di Paolo